Consapevoli di sembrare dei nerd disadattati (quali noi siamo, senza eccezioni), ci arrischiamo a condividere con voi un pensiero dal vago retrogusto intellettuale.
La produzione attuale di Ardbeg ci ricorda molto quella letteraria di James Joyce: un gigante che a causa dell’alcol è sceso sempre più nella tana del Bianconiglio della sperimentazione, fino a raggiungere l’apoteosi dell’incomprensibilità.
Ecco, mentre lo scrittore irlandese con il “Finnegan’s wake” è riuscito a pubblicare il romanzo più inintellegibile della storia della letteratura, Ardbeg sta ancora esplorando i meandri surreali della creatività di Bill Lumsden in cerca della supercazzola assoluta. Che anno dopo anno si avvicina inesorabilmente…
Tutto questo per dire che sabato l’altro c’è stato l’Ardbeg Day e dunque ci siamo sparati un pomeriggio di ordinaria follia e marketing situazionista. Tema: lo spazio, i lustrini, i pianeti, la disco music, i giochi da tavolo e il trucco facciale tipo Ziggy Stardust. Protagonista: lui, l’imbottigliamento speciale del 2025, battezzato Smokiverse. Questa volta ad Ardbeg si sono inventati il cosiddetto “High gravity mashing”, che in sostanza è la riduzione dell’acqua nel mash. Il che lo rende più denso, a maggior concentrazione di cereali. L’obiettivo è aumentare la produzione di esteri e avere un profilo più fruttato. L’invecchiamento avviene in ex bourbon cask e il colore è oro chiaro. Lode alla scelta di imbottigliare a 48.3%.

N: sarà tutto questo parlare di mashing, ma noi ci sentiamo proprio il grist, la crusca, quella bella zuppa d’orzo che bolle nel mash tun. Giovane, come direbbe Massimiliano Allegri davanti a un calciatore con meno di 58 anni… Fuor di scherzo, il mix cereale-limone – anzi polvere di limone, tipo le caramelle Selz – è sinonimo di gioventù. Erbe bruciate, canditi di cedro e di pera. Corrado mette il carico da novanta e dice Weetabix. Che se fosse una parola a Scarabeo varrebbe tantissimo, ma qui vale di più, perché sa proprio di cereali della prima colazione. Muesli anche. E tanto timo adesso, avvolto dal fumo verde.
P: supergiovane, come cantavano Elio e le storie tese. Zucchero liquido e Weetabix, la merenda di chi non ha il diabete. E poi una torba marittima fumosa che si affaccia in tutta la sua nudità. Nel retronasale invece sembra proprio di stare in un affumicatoio, dove si incendiano legno verde, rosmarino e timo. Ananas grigliato, che ci piace molto, e un che di lime. La frutta fa una decisa retromarcia, diciamo che rimane solo una vaga dolcezza tropicale.
F: zucchero liquido, lime ancora, legno verde bruciato e un pizzico di sale.
Al netto della grande domanda che sempre ci sorge spontanea (“perché?”), è un Ardbeg onestino. Nel senso che non sventra il suo stile, ma non rispetta neppure alla lettera le premesse del marketing. Perché quelle bordate di esteri vagheggiate in etichetta non le abbiamo sentite. Un dram facile, molto giovane, dominato dal distillato, con un livello di complessità pari ai nostri discorsi dopo una serata di recensioni… 82/100, e tagliamo la testa al toro. Che poi il vero toro come sappiamo è sempre Corrado, ma questa è un’altra storia…
Sottofondo musicale consigliato: Jamiroquai – Space cowboy