
«Tutti conoscevano Bagheera, e nessuno osava attraversare il suo cammino; perché era astuto come lo sciacallo, coraggioso come il bufalo selvatico, e agitato come un elefante ferito. Ma aveva una voce dolce come il miele selvatico che cola da un albero, e la pelle più morbida del velluto».
Tutto bello, caro Rudyard Kipling, ma noi quando pensiamo alla pantera del “Libro della giungla” abbiamo in mente solo il gattone del cartone Disney doppiato in romanesco. Almeno fino ad oggi, quando entra a piedi uniti nell’immaginario globale il nuovo single malt della distilleria indiana Amrut dedicato al coraggioso felino.
Niente indicazione di età in etichetta, dove invece si trovano la silhouette del palazzo reale di Mysore e quella della pantera. Sherry finish, ma senza ulteriori particolari. Anzi no, è prodotto con 99% di malto non torbato e 1% torbato. Mah. Il colore è un bell’oro.

N: in una giungla di frutta gialla spunta subito quel tocco particolare e un po’ sporchino di Amrut, che definiremmo “sudore e maturazione”, ideale seguito di “Ragione e sentimento”. Tutta colpa dello sherry, diremmo. Poi ci sono banana in pappa, ananas in scatola, perfino del durian. Come Papa Francesco, viene olfattivamente da un altro mondo, si avverte quel senso di invecchiamento precoce dei barili maturati in zone ad alto tasso di angel’s share. Nella frutta si fanno largo un tocco acidino di pompelmo. Cocco, uvetta cilena ammollata e un che di mentolato. Col tempo si fa più dolce, con un incredibile aroma di mou e pappa reale che si alzano dal bicchiere.
P: decisamente più piacevole, con subito un bel corpo a fare sfoggio di muscoli. Oleoso, virilmente secco, anche se si concede divagazioni importanti sulla vaniglia e sulla banana, che è l’unico frutto dell’amor ma è anche il frutto preferito dell’orso Baloo. Riesce a rimanere teso, con un senso di albedo di pompelmo che si fonde con una dolcezza masticabile di cereale e burro. Una impressione ci si inchioda in mente: il macaron alla vaniglia. Cogliamo le sfumature di legno tostato e spezie, dal coriandolo al curry, ma quel tocco di torba di cui parlano sia l’etichetta sia Serge proprio ci sfugge.
F: Alpenliebe speziata, burro nocciola, legno tostato e sì, qui un filo di fumo.
Amrut è una di quelle distillerie con un marchio aromatico molto identificabile. Senza essere tacciati di sacrilegio, è un po’ come il turbante dei Sikh: lo vedi e sai chi hai di fronte. In questo caso, sai che è Amrut, ma non che tipo di whisky sia. Non è particolarmente sherroso, non è bourbonoso, non è torbato. non è non torbato. Insomma, è e non è, carta vince carta perde. Una bevuta interessante, più al palato che al naso, che lascia una bella sensazione al palato. Premiamo con un 84/100.
Sottofondo musicale consigliato: Pantera – Walk (come non citarli, con Bagheera…)